elezioni amministrative

La Versione del Venerdì. Le elezioni meno interessanti degli ultimi anni

Le elezioni meno interessanti degli ultimi anni

24 Settembre 2021- La Versione del Venerdì di Alessandro Banfi

Perché le amministrative del 3 e 4 ottobre non scaldano gli animi degli italiani.

 

Oggi inizia l’ultimo fine settimana di campagna elettorale per le amministrative. Non ricordo un appuntamento tanto privo d'interesse pubblico quanto questo. Anche solo guardando alle due capitali. A Milano siamo addirittura arrivati al paradosso che il candidato “civico” di centro destra, il pediatra Bernardo, ha dovuto minacciare di ritirarsi dalla corsa, per invitare i partiti che lo sostenevano (?) a rispettare gli impegni presi. A Roma, nonostante il pressing dell’ottimo Calenda, Gualtieri, a sinistra, e Michetti, a destra, si contraddistinguono per la loro impalpabilità e mancanza di personalità. In più, il profilo sbiadito dei singoli candidati non può essere sublimato o coperto da chissà quali sfide epocali. Da chissà quali scontri ideologico-politici.

Intendiamoci: non è che alle città manchino i problemi. E sarebbe anche interessante capire perché non si riesce a dividersi su proposte alternative nette e ben delineate. A Milano si gioca la partita del futuro sui quartieri, sulle nuove iniziative urbanistiche, su una riqualificazione della periferia che ancora stenta a decollare, su come possa essere pensato il nuovo commercio di vicinato e a chilometro zero. Nuove edicole comprese, per fare un esempio che ci sta a cuore. A Roma ci sono i problemi immensi della nettezza urbana (Ci vogliono nuove discariche? Nuovi inceneritori?) e delle municipalizzate in genere: dal servizio giardini ai trasporti dell’Atac. Roma è anche una grande città d’arte che ha bisogno di essere accogliente per turisti e pellegrini e allo stesso tempo efficiente e moderna. Roma ha bisogno di decisioni. Di scelte.

Sembra quasi che la politica, davanti a tutto ciò, abbia fatto un passo indietro. Forse la sensazione è accresciuta dalla crisi scatenata dalla pandemia. Crisi che ha ridimensionato molti aspetti della nostra vita anche sociale. Forse è anche l’effetto del fallimento della politica nazionale, che ha dovuto chiamare in servizio l’ex presidente della Banca centrale europea per un governo di emergenza.

La pandemia ha sospeso alcune libertà ed estremamente liberalizzato invece la vita pubblica in altri campi. Abbiamo bisogno di mantenere le distanze, indossare le mascherine e farci proteggere dai vaccini ma le nostre città sono piene di tavolini di bar e ristoranti, ovunque e finanche sui tetti dei palazzi, e molti lavorano ancora da casa, grazie ai computer e al wifi. In questo momento, contraddittorio, anche la normale vita politica sembra sospesa. I partiti godono di poca fiducia fra i cittadini e le loro proposte non appaiono chiare come un tempo. Il voto del 3 e 4 ottobre ci dirà in che misura questa sensazione sarà confermata.