Domenica 4 Marzo un nuovo museo da visitare. La cabina elettorale

La cultura non è formata solo da musei, monumenti, teatri e cinema. Esiste una forma di cultura tra le più antiche del mondo: la politica. E il 4 marzo…

by Bruce Wayne

Mancano ormai pochissimi giorni alle elezioni rispetto alle quali si è detto di tutto, la più brutta campagna elettorale di sempre (già sentito), elezioni inutili (già sentito), promesse fantasiose (quando non lo è stato?) eccetera eccetera. Probabilmente le uniche promesse che sono mancate sono quelle in campo culturale, ci ha però colpito in merito il manifesto che ha iniziato a circolare per le strade e che trovate qui di seguito. Forse per la prima volta si è legato il futuro anche elettorale alle potenzialità culturali del Paese questo a riprova forse dell’importanza che sta via via assumendo la Cultura nel progetto di sviluppo dell’Italia.

Ecco, crediamo che la cultura non sia formata solo da Musei, Monumenti, Teatri, Cinema ma anche da un’altra disciplina forse tra le più antiche al mondo. Una disciplina capace, o forse che dovrebbe esserlo, di esprimere il meglio di un Paese, di creare nuove idee e proposte di valorizzare le potenzialità dei singoli e delle comunità.

Cultura e politica

Una disciplina che come nella migliore tradizione culturale sia in grado di aprire le menti e di superare le paure e le debolezze indicando una strada da seguire e non una da abbandonare. Una disciplina capace di esprimere fiducia senza però dimenticare le debolezze e le difficoltà che una comunità può avere al proprio interno. Questa disciplina è la Politica e la Politica è cultura.

Siamo in un momento molto difficile dove la percezione supera la ragione, riteniamo che questo appuntamento elettorale non sia uno dei tanti ma sia “uno di quelli” e in questi momenti serve la Cultura. Il Paese vive sicuramente tante difficoltà, dalla mancanza di lavoro soprattutto in alcune aree dell’Italia, alla necessità di ricostruzione materiale e morale in altre aree al timore rispetto ai cambiamenti inevitabili che ci si trova a dover affrontare.

E’ però anche un Paese che silenziosamente ha rincominciato a marciare, è riuscito ad uscire da una situazione di grave crisi, purtroppo lo ha fatto silenziosamente e non evidenziando la inevitabile unità che c’è di fondo, questo forse anche a causa dell’individualismo dilagante che viviamo in questa epoca.

Se rileviamo una grande ondata di pessimismo e contestazione crediamo che sia anche e soprattutto frutto di un sentimento di esclusione che molti vivono. Bisogna forse invece rimarcare con forza che lo sviluppo di questo Paese è frutto dell’impegno di ognuno, anche chi oggi si sente al margine ed escluso, bisogna forse chiedergli scusa per averlo dimenticato o forse non apprezzato abbastanza ma dirgli anche che non è questo il momento per buttare via tutto il lavoro fatto; il futuro migliore non c’è lo regala nessuno nemmeno chi lo giura sul Vangelo, il futuro migliore lo ha contribuito a costruire ognuno di noi.

Siamo forse come ai primi anni del dopoguerra, con le dovute differenze, siamo usciti da una catastrofe e lo abbiamo fatto con l’impegno di ognuno solo che una volta l’impegno era condivisione ora invece crediamo sia pratica individualistica. Con l’impegno di chi si alza alle 4 del mattino per andare a lavorare nelle fabbriche, con l’impegno di chi ha deciso di affrontare il mondo dell’Università e ora vuole dare il proprio contributo lavorando ma si trova davanti ad un mondo molto diverso da quello che gli era stato prospettato, con l’impegno di chi pur di non rimanere indietro è disposto a svolgere mansioni difficili, poco gratificanti ma che anche loro permettono al Paese di andare avanti, con l’impegno di chi ha lavorato una vita intera e vuole giustamente godersi la restante parte della propria esistenza, con l’impegno di chi vive la difficile situazione della disoccupazione ma che fa di tutto per uscirne, con l’impegno di chi crede talmente tanto nel futuro che sta mettendo su casa e famiglia. Lo dobbiamo anche a chi ha costruito imprese, di qualunque dimensione, e ha creduto e rischiato in questo Paese, a chi ha ideato, creato, sognato. Lo dobbiamo anche a chi invece non c’è la ha fatta ma ci ha provato e per questo va rispettato e gli va data una nuova chance.

Non possiamo sottovalutarci cosi tanto da avere timore di essere schiacciati dal futuro e quindi sperare che qualche d’uno c’è ne regalerà uno migliore (e perché dovrebbe farlo adesso?). Dobbiamo forse invitare ognuno a guardarsi dentro e a vedere quanto il proprio apporto sia fondamentale per lo sviluppo del Paese. Non lasciamoci prendere da facili idee distruttive, abbiamo mai visto una distruzione che ha riportato il passato? Proprio a chi vorrebbe distruggere tutto bisognerebbe ricordargli che dalla distruzione e dal decadimento di Roma non è rinata Roma. E chi invece vorrebbe fermare il tempo e anzi tornare nel passato bisognerebbe dirgli che la storia è contro di lui, il mondo è destinato all’evoluzione diversamente vivremmo ancora nelle caverne. Allora non buttiamo via tutto l’impegno e il sudore che ognuno per proprio conto ha apportato al Paese, non crediamo di poter tornare in un glorioso (lo era davvero?) passato, piuttosto se crediamo davvero che quel passato era glorioso, riprendiamone il bene e portiamolo nel futuro.

Il 4 Marzo essendo la prima domenica del mese ci saranno i musei gratuiti, tra questi vi auguriamo di andare anche in quelli chiamate “cabine elettorali” e come in un qualsiasi altro museo ci troveremo faccia a faccia con la storia, cerchiamo di vedere cosa ci può insegnare per costruire un futuro migliore.