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La Versione del Venerdì Scrive una nonna vaccinata: “Il sorriso dei volontari è stato il regalo più bello”

Scrive una nonna vaccinata: “Il sorriso dei volontari è stato il regalo più bello”

07 Maggio 2021- La Versione del Venerdì di Alessandro Banfi

 

C’è un mondo nei tanti centri vaccinali sparsi per il Paese di cui mai nessuno parla: è quello delle volontarie e dei volontari che stanno dando il loro contributo di impegno e di dedizione. Scusate se racconto una mia esperienza personale. Tutte le volte che ho accompagnato qualcuno a vaccinarsi, mi ha messo di buon umore vedere queste persone all’opera. Mi è capitato a Torino, a Milano e a Roma. Molto diverse tra di loro, per età, per estrazione sociale, per competenza. Premurosi, gentili, pieni di buon senso e alle prese con una burocrazia, di cui a volte dovevano giustificare la logica. Che spesso non c’è. Nella scintillante cornice di efficienza della Nuvola di Fuksas all’Eur di Roma oppure nel malandato centro sportivo della periferia torinese, oppure ancora nel vecchio ospedale del cuore di Milano, l’accoglienza è sempre simile: fatta dei loro sorrisi.

Mi ha colpito una testimonianza pubblicata sui social dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti qualche giorno fa: «Sono una nonna di 83 anni e ho già fatto il secondo vaccino (intende seconda dose ndr). Vi domanderete questa premessa a cosa è dovuta? Quando abbiamo un reclamo: subito alziamo la voce, questo non va!! Quello è sbagliato!! Io voglio ringraziare l’organizzazione del vaccino per noi nonni. Non potevo immaginare quanta grazia, quanto amore, abbiamo ricevuto noi nonni da parte di questi ragazzi, che ci accoglievano con il sorriso sulle labbra, ci sostenevano con tanta pazienza ci sembrava impossibile eppure questi ragazzi hanno dimostrato quanto un sorriso può farci dimenticare quanta solitudine e quanta tristezza abbiamo passato in questi ultimi tempi: forza ragazzi serve la vostra forza. In questi momenti ho anche pensato guardando questi piccoli angeli, a quei bulletti di quartiere che passano il tempo cercando di fare più male possibile. Potrebbero pensare quanta gioia si può portare e donare con piccoli gesti. Vorrei tanto che questo mio scritto fosse ripreso da un giornale e letto da tanta gente. Comunque ragazzi, forza e grazie di tutto quello che fate per noi. Baci baci da tutti i nonni».

Far del bene fa bene anche a chi lo fa, non solo a chi lo riceve, come questa splendida nonna 83enne testimonia e dice fra le righe, paragonando i suoi “angeli” ai bulletti di quartiere. Proviamo per una volta a sottolineare questo aspetto della terribile crisi che abbiamo vissuto e stiamo vivendo con la pandemia. Non c’è niente di più grande che dare la vita per gli altri. Fare la volontaria o il volontario non è una scelta così altruistica come appare, è anche una scelta egoistica, perché fa bene al proprio io. E bisognerà pure che una volta si trovi il modo e il tempo per scrivere e parlare della felicità ai tempi della pandemia. Che arriva, come sempre, quando meno te l’aspetti e ti viene incontro, come un imprevisto.