Presidente Draghi, ci metta il braccio

Presidente Draghi, ci metta il braccio

19 Marzo 2021- La Versione del Venerdì di Alessandro Banfi

 

Tutti si chiedono: ma il vaccino AstraZeneca è sicuro? I dati di fatto, scientifici, ci portano a dire che sì, è più sicuro fare il vaccino che infettarsi di Covid 19. Dopo i casi sospetti, c’è stata un’analisi rigorosa delle autorità europee. Gli scienziati dell’Ema hanno concluso, a proposito di alcuni casi di trombosi segnalati in alcuni Paesi europei, come Italia, Danimarca e Germania, che non si può affermare ci sia relazione fra la vaccinazione con AstraZeneca e l’insorgere di questa improvvisa malattia. Allo stesso tempo un rapporto non si può escludere. Ma il numero dei casi e la loro proporzione con la popolazione vaccinata (25 casi di cui 9 fatali su 20 milioni di dosi somministrate in Europa e Gran Bretagna) fanno concludere che il vaccino è “efficace e sicuro”. Dunque da oggi è di nuovo somministrato nelle nazioni europee che ne avevano deciso la sospensione all’inizio della settimana. I commenti si dividono fra chi dice che abbiamo perso tempo e chi continua a coltivare sospetti. Personalmente credo che sbaglino entrambi: è stato giusto fermarsi di fronte ai casi sollevati dai media, dai giudici, dai familiari di coloro che, dopo aver ricevuto il vaccino, hanno perso la vita per una malattia improvvisa. I governanti europei hanno esercitato un criterio di precauzione per il bene di tutti. Questo deve fare la politica. Gli scienziati hanno analizzato i casi e hanno dato una risposta. Ci voleva, era indispensabile. In questa stessa pagina trovate il parere di una personalità specchiata del mondo sanitario e della ricerca italiana come Mario Melazzini, che aiuta a capire bene la situazione in cui siamo.

Adesso dobbiamo concentrarci sugli effetti positivi della vaccinazione di massa che noi italiani dobbiamo ancora in larga parte affrontare. È giusto discutere con tutti, informarsi, farsi una propria idea. Non sono materie che abbiano bisogno di crociate o di pregiudizi. La partita però è decisiva: i vaccini sono, allo stato, l’unico strumento che la scienza moderna ci dà per combattere la pandemia da Covid 19. Le altre misure, che purtroppo ben conosciamo, limitano l’impeto del contagio, la circolazione del virus, sono servite e servono solo per guadagnare tempo, il che ha voluto dire salvare vite umane quando le strutture sanitarie erano al collasso. Ma non sono sufficienti per farci tornare alla vita.

Israele, Stato piccolo e con una popolazione intensamente scolarizzata e molto evoluta tecnologicamente, ha battuto tutti ed ha tagliato per primo il traguardo di una vaccinazione già oltre il 50 per cento. Presto sarà raggiunto dall’Inghilterra, che aveva solo poche settimane fa migliaia di decessi al giorno ed ora li ha drasticamente ridotti.  Gli Stati Uniti vaccinano quasi 3 milioni di persone al giorno e a questo ritmo stanno tornando a un numero di contagi e morti più accettabile, e ad una prima vita sociale che riparte. Non si tratta di esempi campati in aria, favole propagandistiche, sono realtà per milioni di persone.

Io però ho un sogno. Mi piacerebbe che Mario Draghi si facesse iniettare AstraZeneca di fronte alle telecamere. Sì, davanti a tutti, proprio come gesto di fiducia. La fiducia, quella certezza morale di cui abbiamo bisogno, noi umani, per prendere una decisione. Draghi ha 73 anni. Nel Lazio i suoi coetanei sono già vaccinati e anzi quelli, appena più giovani di lui, si sono già messi in lista nelle prenotazioni. Se il Presidente si facesse vaccinare, non salterebbe nessuna coda. Non eserciterebbe nessun privilegio. Funzionerebbe più di qualsiasi spot o campagna, che pure sono utili. Soprattutto perché il nostro premier è sempre riservato (il segreto è sempre un po’ anche bancario) tuttavia Draghi è uno che, se vuole, sa essere molto ma molto determinato. Come abbiamo titolato in questa Versione, parafrasando la memorabile frase che salvo l’Euro: Whatever it vax. Qualsiasi cosa per spingere gli italiani a fare la scelta giusta. Presidente, ci metta il braccio. E non se ne pentirà.