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La Versione del Venerdì: Whatever it opens. Ma vogliamo sicurezza

La Versione del Venerdì: Whatever it opens. Ma vogliamo sicurezza

09 Aprile 2021- La Versione del Venerdì di Alessandro Banfi

 

Una data, una data, il mio regno per una data. Si potrebbe dire così, parafrasando il finale del Riccardo III, quando il Bardo immagina che il Re disabile e disarcionato cerchi un cavallo. Il Corriere della Sera invoca una data per le riaperture. Ieri lo ha fatto con un articolo di Antonio Polito. Oggi è sceso in campo Walter Veltroni. «Questo Paese che», ha scritto Veltroni, «a cominciar dai più giovani, ha sopportato tutto in questi lunghi mesi ha ora diritto di sapere la verità, quale che sia. Una data, quale che sia, in cui la vita ricomincerà. Un giorno, quale che sia, al quale guardare e per il quale finalizzare sforzi e sacrifici». Salvini chiede una data, Belpietro loda i facinorosi di piazza Montecitorio: grazie alle vostre proteste il clima è cambiato, riusciremo così ad avere una data. Per ora il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato prudente: la data ci sarà quando i contagi del virus (e la diffusione dei vaccini) lo permetteranno.

È legittimo chiedere un’indicazione precisa sul calendario. Come ha detto Papa Francesco a Pasqua, siamo tutti stanchi, stremati, psicologicamente segnati ed economicamente danneggiati da una vita limitata nei contatti e negli spostamenti. Soffrono le città d’arte, le scuole e le università, i luoghi di svago e divertimento, hotel, ristoranti, bar e B&B, i teatri, i cinema, i musei, gli organizzatori di mostre, lo sport, le parrocchie… è un elenco sconfortante. Razionalmente però la riapertura dev’essere legata a criteri oggettivi. Non emotivi. Si riunisca il CTS, ragionino gli esperti, valutino le misure di sicurezza necessarie… Un esempio su tutti: bar e ristoranti. Perché non dare il permesso del consumo solo a chi può ospitare i clienti all’aperto? In questi mesi i Comuni hanno permesso ogni tipo di dehors e di sforo sui marciapiedi e nelle strade, concedendo suolo pubblico. Sugli hotel, perché non concedere libertà di movimento, e proibire la circolazione negli spazi comuni, come le hall, le sale della colazione, se non sono all’aperto?

La data delle riaperture andrà fissata, ma con essa criteri chiari e razionali. Non potrà essere un liberi tutti, andranno stroncate le follie di chi va in giro senza mascherina. A me non sono piaciuti i dimostranti che vorrebbero buttare via, con l’acqua sporca del lockdown, il bambino della sicurezza. E qui si vedrà il grado di responsabilità anche del Corriere della Sera. Vedremo se chiederanno con la stessa convinzione la sicurezza insieme alle date. Ricordatevi l’esempio dell’estate scorsa: avevamo i contagi al minimo e condizioni accettabili. Poi le signore urlanti della spiaggia al grido di “Nun ce n’è COVIDDI!”, le influencer ospiti da Briatore, gli stupidi senza mascherina in discoteca hanno messo le basi della seconda ondata.

Ultima osservazione: ci aspettiamo anche dai vari Belpietro, Giordano, Feltri e co, che rivendicano con soddisfazione il cambio di clima per le proteste in piazza, più senso dell’interesse generale in queste settimane cruciali. Il Covid c’è ancora ed uccide, i vaccini servono e sono sicuri, le riaperture devono avvenire presto ma in sicurezza. Il resto è propaganda. Torneremo a sentirne tanta, ma adesso fermatevi.