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La versione del Venerdì. Ora tutti vogliono AstraZeneca. Il mondo è mobile

Ora tutti vogliono AstraZeneca. Il mondo è mobile

14 Maggio 2021- La Versione del Venerdì di Alessandro Banfi

 

La vaccinazione degli italiani sta dando i suoi frutti. Non si vede solo dai numeri che gli epidemiologi mettono insieme. Si percepisce a livello di reputazione sociale. Prendete il caso del vaccino AstraZeneca. Due mesi fa si discuteva ancora della sua validità scientifica. Aveva subito uno stop europeo, con la limitazione anche in Italia solo agli over 60 anni. Oggi le Regioni se lo contendono tra di loro e il generale Figliuolo deve intervenire per “ribilanciare” la distribuzione delle dosi lungo la nostra penisola. Anche in Germania sta succedendo qualcosa di simile, ora tutti vogliono la somministrazione, anche del vaccino anglo-svedese. E questo avviene nel Paese che più di tutti aveva sponsorizzato l’altro vaccino, il Pfizer, che è stato realizzato con la Biontech tedesca, e che aveva avuto una corsia preferenziale dalla Merkel. Sono notizie confortanti in sé, perché ci dicono che presto usciremo dal tunnel, davvero si comincia a vedere la luce dell’uscita.

Allo stesso tempo questa circostanza ci deve far riflettere sulle dinamiche della comunicazione pubblica e delle stesse decisioni della nostra democrazia. Com’è possibile che l’emotività condizioni così tanto le decisioni dei cittadini ma anche dei Governi? Perché non si è creduto, per settimane, all’Ema, all’Aifa, all’informazione scientifica seria, sulla validità e sicurezza dei vaccini anti Covid? Sono domande da porsi, così come è pazzesco pensare che questa epidemia ha portato con sé quella che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito “Infodemia”. Fake news sulla malattia molto diffuse. I movimenti No Mask e No Vax hanno avuto seguito in tutto il mondo, non solo in Italia.

L’abituale litigiosità degli italiani (già ai tempi di Savonarola i fiorentini si dividevano in Arrabbiati e Piagnoni) si è innestata sullo spirito dei tempi che è quello dettato dai social e dalla post verità: l’importante non è comprendere la realtà dei fatti ma stare “dalla parte giusta”. Che è sempre una scelta facile. Anche quando la responsabilità e il senso civico avrebbero dovuto portare tutti, virologi compresi, a moderare i toni e frenare la lingua. A pensare bene prima di pronunciarsi.

Anche la vicenda del coprifuoco ha avuto contorni a volte paradossali. Quasi non conta la discussione nel merito, basata su dati, ma la posizione ideologica. Oggi il segretario del Pd Enrico Letta ha detto che si terrà aperto fino alle 23 non per merito della Lega: “Si riapre nonostante Salvini”. Nelle scorse settimane ci sono stati tantissime uscite simili e simmetriche dall’altra parte politica, da alcuni “aperturisti” della Lega. Non si può rendere la mascherina o il coprifuoco il tema di una parte politica.