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Pregliasco a 10alle5: “Omicron è meno letale, ma molto contagiosa”

Pregliasco a 10alle5: “Omicron è meno letale, ma molto contagiosa”

09 Dicembre 2021- L'Intervista di Alessandro Banfi per 10alle5 Quotidiana al virologo milanese Fabrizio Pregliasco: “La terza dose blocca la variante”

 

 

Sono passate quasi due settimane da quando è stato lanciato l’allarme della nuova variante del Covid19, chiamata poi Omicron. Una variante nata in Sudafrica, in quel continente che ha avuto pochissime vaccinazioni. Una variante che anche per questo è una nemesi per quei Paesi ricchi, soprattutto europei, che non hanno voluto far cadere i brevetti dei vaccini. Paradossalmente proprio il Sudafrica, insieme all’India, guida da tempo in seno all’Onu e all’Organizzazione mondiale del commercio, una battaglia per la diffusione dei vaccini nei Paesi poveri. Ma la preoccupazione di queste due settimane, in Europa e nel nostro Paese, è stata quasi tutta centrata sulla pericolosità e la contagiosità di Omicron. Le ultime notizie sono rassicuranti: la terza dose, cioè il richiamo, dei vaccini dovrebbe fornire una barriera efficace. E la sua aggressività sarebbe inferiore a quella della Delta. 10alle5 Quotidiana ha fatto il punto con il virologo Fabrizio Pregliasco sulla situazione. “Dobbiamo abituarci”, dice subito, “all’idea che il Covid vada ad ondate successive. Ora il freddo ci spinge in locali chiusi e la variante Omicron trova dunque occasioni migliori per propagarsi ma il Super Green pass sta migliorando la situazione”.

Dopo due settimane, ci sono evidenze scientifiche sulla variante Omicron che sembrano notizie positive…

Fabrizio Pregliasco: Dobbiamo guardarci dai facili ottimismi, perché sono ancora dati provvisori. In Sudafrica è estate e per di più la popolazione è sensibilmente più giovane che da noi. Speriamo però che sia confermata la minore forza della malattia in questa variante mentre direi che tutti danno per certo una maggiorata contagiosità. Contagiosità che ha un effetto quantitativo notevole sulla diffusione del Covid. Questo spiegherebbe anche il boom di infezioni fra i non vaccinati: in Italia più 32 per cento negli ultimi giorni.

 

La terza dose costituisce una barriera efficace?

Pregliasco: Questa è di gran lunga la notizia migliore perché siamo già avanti con i richiami e questo ci spinge ad accelerare il più possibile con la campagna. In Lombardia abbiamo il 90 per cento di vaccinati con due dosi, se completiamo il ciclo, ci mettiamo davvero al riparo dalle conseguenze peggiori. Semmai presterei attenzione al discorso dei minori. I bambini non sono stati colpiti dalle prime ondate del Covid, ma prima con la Delta, e adesso ancor di più con la Omicron, tendono ad ammalarsi. Per questo l’Ema e l’Aifa hanno spinto per la vaccinazione dai 5 agli 11 anni. Nei reparti vediamo arrivare un 10 per cento di minori fra i nuovi infettati…

 

Ma per i bambini è difficile che la malattia sia letale…

Pregliasco: Per fortuna ci sono pochi casi letali. Ma uno su mille è colpito da miocarditi e un terzo viene attaccato da forme di Long Covid di cui conosciamo poco le conseguenze negli anni a venire. Il morbillo è obbligatorio e sviluppa danni minori… per questo è necessaria la vaccinazione dei bambini.

 

Oltre alla vaccinazione, su che cosa si sta puntando?

Pregliasco: La vera battaglia è cercare di rendere disponibili per tutti e in modo tempestivo i farmaci che via via la scienza sta mettendo a punto. A cominciare dalle terapie a base di anticorpi monoclonali. L’obiettivo è che in tutti gli ospedali possano essere somministrati. Quanto al tracciamento, è molto complesso in sistemi liberi e democratici, come il nostro.

 

Che cosa ne pensa dell’opinione di alcuni suoi colleghi che parlano di fase finale dell’epidemia, proprio per l’osservazione delle varianti…

Pregliasco: I virus non sono intelligenti, si comportano secondo le leggi darwiniane del caso e della necessità. È vero che nella Omicron ci sono inserti del Rhinovirus del comune raffreddore ma questo non significa che stia già diventato simile a una semplice influenza. Le mutazioni del virus possono alla fine volgersi a nostro favore ma ci vorrà del tempo perché ci abituiamo a convivere davvero col Covid. Come dicevo, sono ondate che si propagano. Nel tempo perderanno forza sicuramente ma nessuno può prevedere in quanto.

A cura di Alessandro Banfi