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Parla Gallera: “Milano ha bisogno di un leader autorevole”

Parla Gallera: “Milano ha bisogno di un leader autorevole”

24 Giugno 2021- L'Intervista di Alessandro Banfi a Giulio Gallera

 

Nuova fumata nera per il candidato sindaco di Milano che deve presentare il centro destra. È infatti slittata la riunione che doveva esserci oggi a Roma con i vari rappresentanti dei partiti. Ieri Oscar di Montigny ha annunciato di voler uscire dalla corsa per Palazzo Marino. “Non c’è concordia fra chi avrebbe dovuto sostenermi”, ha spiegato. Nel frattempo, proprio in queste ore, l’esperto Antonio Noto ha reso pubblici dei sondaggi in cui si sostiene che “Milano è contendibile”. Nel senso che potenzialmente il sindaco uscente Beppe Sala potrebbe vedere i suoi consensi sullo stesso livello, 44-45 per cento, dell’avversario. Molto dipenderà da chi si sceglierà. 10alle5 Quotidiana ha chiesto una riflessione a Giulio Gallera, di Forza Italia. Gallera, che ha vissuto come un “sollievo” la fine dell’impegno come Assessore alla Sanità della Regione Lombardia dopo la prima fase della pandemia, ora è Presidente della Commissione Bilancio e membro della commissione attività produttive. E continua ad avere uno sguardo privilegiato su Milano e il suo futuro.

Anche in queste indecisioni della politica c’è un’incertezza di fondo nel ricominciare?

Giulio Gallera: Usciamo dal periodo più drammatico dal dopoguerra ad oggi. Un periodo che ha messo in crisi praticamente e scosso, anche psicologicamente, il Paese. Uscire da tutto ciò non è semplice: dal punto di vista economico, organizzativo, sociale. C’è tanta voglia di ricominciare, a Milano e in Lombardia, ma ci sono ancora tutti i timori e le fragilità creati da questa calamità inedita e imprevedibile.

Qual è l’urgenza più grave per i cittadini milanesi?

Gallera: Milano ha bisogno di una guida forte. Qualcuno che sappia tracciare un futuro, che possa indicare una linea di sviluppo e dia anche una sensazione di certezza ai cittadini. Non sarà facile portarci fuori dal guado. Deve riprendere la vita, sia dal punto di vista economico, professionale, ma anche relazionale e psicologico. I milanesi chiedono una leadership decisa e determinata. Perché Draghi a livello nazionale riscuote così tanto consenso? Io penso che lo ottenga perché dà l’impressione di avere il piglio giusto, la capacità, l’autorevolezza che il momento richiede. Dalla campagna vaccinale ai rapporti internazionali.

Nella sua funzione in Regione è in contatto con tutti protagonisti dello scenario economico. Come valuta il panorama attuale?

Gallera: Da un lato c’è una situazione di grandissima difficoltà e sofferenza. Ci sono attività ferme da un anno o da molti mesi con ristori inadeguati, senza certezze per il futuro, tanti comparti allo stremo. Ho fatto più di centro incontri con lavoratori e imprese e mi è rimasta la grandissima impressione di gravissime difficoltà. Dall’altro lato c’è la proverbiale capacità di resistenza e reazione dei lombardi: gente che non si è arresa, che ha avuto la capacità di trasformare la propria attività, adattandosi. Facendo anche magari scelte anti-economiche, pur di non restare chiusi. Molti sono già ripartiti. E ci sono stati anche alcuni settori in grande crescita. Adesso ci sono i ristoratori che, per le riaperture, si lamentano di non trovare il personale, ecco un esempio dell’opportunità che nel frattempo sono emerse.

Arriverà anche la fine del blocco dei licenziamenti…

Gallera: Eh sì, ci sarà bisogno di rappresentanti delle istituzioni capaci di aiutare, nel modo giusto, chi si troverà in nuove difficoltà. Anche sul settore economico bisognerà prendersi qualche “rischio ragionato”, com’è stato fatto per le misure che hanno fatto cadere i divieti anti Covid.

Lei ha fatto approvare in Consiglio regionale un “manifesto della nuova normalità”…

Gallera: Con il virus conviveremo per qualche anno. Speriamo che, con la vaccinazione di massa, la situazione non sia più così drammatica, ma comunque dovremo costruire condizioni di sicurezza per far riprendere tutte le attività economiche e produttive.

La pandemia ha anche cambiato abitudini di consumo dei cittadini, come nel commercio è avvenuto un rilancio, quasi naturale, dei negozi di quartiere…   

Gallera: In effetti è un fenomeno che era già iniziato prima della pandemia. L’attenzione del consumatore alla propria zona era cresciuta anche prima. Solo che questo passaggio drammatico ha come affrettato e moltiplicato alcuni processi di trasformazione. Basti pensare alla tele medicina, alla digitalizzazione, al delivery e anche al commercio di vicinato. È giusto andare dietro, assecondare, queste nuove linee di sviluppo. Anche la Regione Lombardia lo sta facendo e lo vuole continuare a fare. La sicurezza delle città è data dall’occupazione positiva del territorio.

A proposito, Quotidiana del gruppo MilanoCard sta rivitalizzando e reinventando il mondo delle edicole, sparse nelle varie città, offrendo non solo giornali ma bene e servizi sul territorio. Come vede questo tentativo?

Gallera: Ho sposato subito questo tentativo e lo condivido pienamente. Soprattutto in una realtà come quella milanese, veder scomparire le edicole significa rinunciare a un presidio culturale sul territorio. La crisi dell’editoria e dei giornali rischia spesso di lasciare nelle città edicole chiuse che diventano ruderi, luoghi di degrado. Rivitalizzare le edicole equivale invece a combattere la desertificazione sociale delle nostre città. È un’occasione di contatto umano positivo. Ripensare questi spazi in modo innovativo significa sfruttare una rete capillare e renderla utile alla Milano del futuro: chioschi dove comprare qualche alimento o bibita, avere un certificato, anche assistere ad un evento culturale.

 

A cura di Alessandro Banfi