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Dellabianca, CDO: “Il Recovery può funzionare se dialogano imprese, istituzioni e terzo settore”

Dellabianca, CDO: “Il Recovery può funzionare se dialogano imprese, istituzioni e terzo settore”

12 Agosto 2021- L'Intervista di Alessandro Banfi a Andrea Dellabianca

Arriva il primo bonifico europeo del Pnrr: 24,9 miliardi attesi tra oggi e domani. Il Sole 24 Ore titola stamattina in prima pagina: Recovery, pronti al via 106 progetti. Riguardano le ferrovie, le scuole, gli asili nido, la giustizia... Grandi investimenti di imprese ma anche di enti pubblici. È una sfida senza precedenti per la società italiana. Una sfida che riguarda in primo luogo una città guida e simbolo della ripresa italiana come Milano. 10alle5 Quotidiana ne ha parlato con Andrea Dellabianca che è presidente dell’Associazione Compagnia delle Opere di Milano e che, da imprenditore, ha un’attenzione tutta particolare per il Terzo settore. È nel rapporto fra profit e no profit che si gioca, secondo Dellabianca, la partita decisiva. Il nostro destino dipende da come faremo fruttare i talenti del Recovery.

 

Che occasione può essere il Recovery?

Andrea Dellabianca: Sono ottimista. Sia per un obiettivo a breve termine che è poi quello di una ripresa economica immediata dopo la pandemia, sia per una strategia a lungo termine. L’opportunità è quella di costruire qualcosa di stabile, un’occasione molto importante.

 

Di che lavoro abbiamo bisogno?

Dellabianca: A mio parere la cosa più importante è intrecciare un dialogo tra le istituzioni, le imprese e proprio quelle realtà del terzo settore, i cosiddetti corpi intermedi, che ci possono permettere di fondare resilienza e ripresa, facendo leva proprio sulla società, nella sua accezione più ampia. Ci vogliono contributi da parte di tutti. Il terzo settore in questi anni ha costruito un rapporto con le realtà profit, che è stato fecondo per tutti.

 

Come è possibile che realtà no profit e profit possono collaborare, non hanno una natura troppo diversa?

Dellabianca: Il profit ricorda al no profit il valore dell’intrapresa, che non è solo conto economico ma è capacità di costruzione. E insieme ricorda la necessità di una gestione corretta e organizzata, in questa costruzione. Il no profit aiuta a tenere presente che il benessere dell’ambiente umano dove si opera è importante, almeno quanto le strategie economiche. Personalmente collaboro con la realtà di Portofranco (guarda il sito portofranco.org ndr) che è un centro di aiuto allo studio rivolto agli studenti delle scuole medie superiori. Ogni anno scolastico ci sono più di 1.200 studenti iscritti, 300 dei quali sono stranieri. Combatte contro la dispersione scolastica. Se una realtà così opera nella realtà sociale e nel territorio, aiutando i ragazzi a formarsi a qualsiasi livello, a trovarsi un lavoro… beh per tutte le imprese di quel territorio questa realtà diventerà presto un bene, una risorsa. È necessaria la collaborazione in questo senso.

 

La formazione, fra l’altro, è un tema cruciale, anche proprio per la riuscita di questo Recovery…

Dellabianca: Certo, la formazione è quantomai strategica in questa fase. Le politiche sul lavoro negli ultimi anni sono state tutte politiche molto passive. Come a limitare i danni: intercettare il bisogno di povertà. Ma le vere politiche per il lavoro sono quelle attive. La Regione Lombardia, dove opero come imprenditore, ha proprio lanciato un bando lo scorso mese dal nome eloquente: “Formare per assumere”. Bisogna rendersi conto di che cosa hanno bisogno le imprese. Un mese fa un grande player del mondo informatico mi dicveva che ha una grande necessità di persone formate per i propri clienti, persone non necessariamente usciti dall’Università. Oggi contano le competenze reali, più che i pezzi di carta.

 

Tanto che sono le stesse aziende, spesso, a formare il proprio personale internamente…  

Dellabianca: Non c’è dubbio. Ma pensate che opportunità avremmo nel costruire un dialogo più diretto e fecondo fra imprese e agenzie sociali di formazione. In questa fase risponderemmo ad un bisogno impellente. Molte aziende sono disposte a contribuire ad un percorso formativo corretto. Sarà cruciale, anche dal punto di vista occupazionale.

 

A Milano si voterà ai primi di ottobre per il rinnovo del Sindaco. Come vede questo appuntamento, al di là della competizione partitica? Di che cosa hanno bisogno i milanesi?

Dellabianca: Il commercio, i trasporti, i servizi hanno risentito tanto della crisi pandemica. Milano è una città strutturata sull’accoglienza di lavoratori e visitatori che arrivano da fuori città tutti i giorni. Con lo smart working questo modello è andato in crisi. Bisognerà inventarsi qualcosa di nuovo. Allo stesso tempo Milano ha bisogno di una continuità di sviluppo: quasi indipendentemente da chi la governa. Il tema della mobilità, che affronteremo anche al Meeting, è cruciale: anche qui troveremo la soluzione se saranno coinvolti tutti gli attori sociali.

A cura di Alessandro Banfi