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Decaro (ANCI): “Le edicole accendono le città, dobbiamo valorizzarle”

Decaro (ANCI): “Le edicole accendono le città, dobbiamo valorizzarle”

01 Luglio 2021- L'Intervista di Alessandro Banfi ad Antonio Decaro

 

Antonio Decaro è il sindaco di Bari ma è soprattutto il presidente dell’Anci, l’associazione che raccoglie e organizza i sindaci di 8mila Comuni italiani. Ingegnere, 50 anni, eletto dal centro sinistra nel capoluogo pugliese, fa parte di quella corrente “pragmatica” dei Democratici che è molto stimata. Anche fra i colleghi di altri partiti: un Pd a contatto con il territorio, in grado di mantenere un rapporto serio con le istituzioni nazionali e trasversale agli schieramenti. Con il presidente degli Editori, Andrea Riffeser Monti della Fieg, ha lanciato nei giorni scorsi un appello per la conservazione e la valorizzazione delle edicole in tutti i Comuni italiani. L'appello sarà oggetto di una campagna istituzionale promossa nell'ambito del Protocollo Fieg/Anci, sottoscritto tra Decaro, e Riffeser Monti, per sostenere, valorizzare e rilanciare il ruolo delle edicole e dei giornali. 10alle5 Quotidiana ha raggiunto Decaro.

Signor Sindaco, lei ha lanciato un appello importante come Presidente dell’Anci, insieme ai vertici degli editori italiani per il rilancio delle edicole nelle nostre città. Può spiegarci il senso di questa iniziativa?

Antonio Decaro: Far sì che le edicole presenti nelle nostre città e nei Comuni italiani continuino a restare aperte e ad essere un punto di riferimento per i cittadini sia per l’esercizio del diritto all’informazione sia per l’importanza che questi esercizi commerciali da sempre rappresentano per la comunità, la vita civile delle città. La nostra idea è quella di ampliare lo spettro dei servizi offerti così da rendere sostenibile l’attività economica.

Ferruccio De Bortoli, qui sul nostro sito, ha paragonato le edicole alle chiese: una presenza capillare, di servizio, sul territorio, che può avere un ruolo fondamentale per la società. Le sembra un paragone troppo azzardato?

Decaro: Credo che il direttore abbia voluto far proprio riferimento alla prossimità e alla storia che tante edicole hanno nelle nostre comunità, in questo sono credo molto simili alle chiese. Se pensiamo alla vita dei quartieri, i presìdi in cui si riconosce la comunità sono pochi e tra questi sicuramente ci sono le chiese e le edicole.

Che cosa succede quando un’edicola resta chiusa?

Decaro: Si spegne una luce su una strada e sicuramente si impoverisce un quartiere. Spesso si sottovaluta l’importanza delle edicole invece proprio la loro presenza tiene viva la voglia di continuare a leggere e ad informarsi dei cittadini. Pensate all’innalzamento delle vendite dei quotidiani durante i mesi del lockdown. Il giornale è stato considerato un bene primario dallo Stato e come tale è rimasto uno dei pochi luoghi aperti anche nei momenti più bui. Un servizio essenziale.

Che cosa fa lei a Bari perché l’attività commerciale delle edicole non sia solo legata ai giornali, ma possa anche offrire nuovi servizi al cittadino: dai biglietti per spettacoli, alla consegna di pacchi, ai certificati, alla vendita di bibite e generi alimentari? 

Decaro: Alcune delle attività da voi citate per fortuna sono già presenti in tante edicole del nostro Paese. Ora i Comuni si stanno organizzando anche per dislocare al loro interno alcuni servizi anagrafici. In questo modo avviciniamo i servizi della Pubblica amministrazione ai cittadini e garantiamo un sostegno alle edicole.

Nell’appello con Riffeser Monti della Fieg lei ha detto: “Le edicole non sono solo presidio d'informazione nelle nostre comunità, ma anche luci accese in strada, riferimenti per i quartieri, piccoli luoghi di socialità”. Vede nelle edicole anche un valore in termini di sicurezza sociale?

Decaro: Certo. Ogni attività accesa in una strada è un presidio di sicurezza sociale per chi la attraversa. In più, le edicole hanno quella dimensione di prossimità quotidiana che, persino nelle città più grandi, favorisce la relazione tra l’esercente e i cittadini. Difficilmente chi vive in un quartiere non conosce l’edicolante della zona.

 

A cura di Alessandro Banfi