labirinto del masone

Fare cultura e fare impresa: il caso Labirinto del Masone

Il caso del successo del Labirinto del Masone, una lezione di impresa culturale. Anche per alcuni “mummificatori” alla guida dei musei milanesi

by Bruce Wayne

Incuriositi da un passaparola iniziato nel 2015, ci siamo decisi a visitare il Labirinto del Masone, l’impressionante opera architettonica ed artistica ideata e realizzata da Franco Maria Ricci alle porte di Parma.

Arrivare in questo luogo, da Milano, vuol dire averlo scelto. Non é certo uno di quei luoghi dove ci si passa abitualmente e non é nemmeno nelle vicinanze di una comoda uscita autostradale, modello grandi outlet. Bisogna abbandonare le autostrade e spingersi nel mezzo della pianura padana, collegata unicamente da vecchie e romantiche provinciali un po’ dissestate e finalmente, o meglio, ad un certo punto, dato che percorrere le vecchie provinciali può anche essere qualche cosa di piacevole e parte di questa esperienza, eccoci davanti a questa immensa struttura che dall’esterno appare come una gigante siepe di bambù. Sembra in certo senso di essere arrivati nel paese che non c’é, prima stella ad est….

Non vogliamo qui descrivere il luogo, straordinario, con il suo immenso, emozionante e divertente labirinto, la piramide al centro – si una vera piramide nel centro della pianura padana, più che rimando agli egizi fa pensare ad un tempio massonico – e la raffinata, variegata e interessante raccolta d’arte o la sorprendente Biblioteca allestita in una antica Farmacia. Questo lo lasciamo alla vostra visita che non possiamo che suggerire.

Quello che vogliamo qui trattare é il successo anche imprenditoriale di questo luogo di cultura che é capace di attrarre oltre 60mila visitatori l’anno e che nel giorno che lo abbiamo visitato era palesemente pieno di visitatori, anche stranieri. Ecco c’é da interrogarsi su questo caso di successo realizzato da un imprenditore della cultura (editore, collezionista) che ha edificato questo luogo per passione e non principalmente per impresa ma che é riuscito a dare una straordinaria lezione di quanto il privato, in questo caso davvero visionario, riesca a raggiungere obiettivi in ambito culturale senza paragoni. Sarebbe di grande utilità che qualche nostro bravissimo direttore di Museo pubblico o dirigente comunale andasse a far visita a questo luogo, scoprirebbe come si può convincere un elevatissimo numero di persone ad avvicinarsi ad una raffinata opera di cultura senza puntare la propria unica strategia sulla gratuita dell’accesso o sulla riduzione del prezzo (lì al labirinto il biglietto intero é di 18 euro, che sommato ai costi per arrivarci non fa certo un prezzo a buon mercato). Franco Maria Ricci è un imprenditore che ha compreso che la cultura é capace di attirare l’interesse del pubblico se riesce a farsi esperienza, ad essere di alta qualitá anche nei servizi al cliente e di proporsi immersa nel bello. Certo ci vuole inventiva, coraggio e visione, caratteristiche che probabilmente non sono tra le principali peculiarità degli esperti mummificatori a capo di larga parte dei nostri musei cittadini e che, parole di alcuni di loro, considerano i servizi di visita “obblighi di legge”, immaginiamo la passione che ci sta dietro.

Liberiamoci dall’idea che l’ostacolo tra il pubblico e la cultura sia il costo del biglietto, scopriremo che l’innovazione, la visione e la centralità del cliente sono la risposta capace di attrarre visitatori anche nel mezzo sperduto della pianura padana.