Beni culturali, fare soldi con monumenti gratis. Gli sfruttatori di Cultura.

Patrimonio culturale, visite a pagamento in luoghi gratuiti. Chi ci guadagna e chi ci perde. L’appello al Touring Club Italiano

by Bruce Wayne

La maggioranza dei luoghi di interesse storico e artistico in Italia è composto da chiese e da piccole realtà spesso dimenticate e di cui molte volte piccoli e grandi enti, con spirito puramente volontaristico si fanno carico di aprirli e renderli fruibili al pubblico. Tra le molte, l’interessante iniziativa “Aperti per Voi” del Touring Club Italiano che grazie ai suoi volontari apre al pubblico alcuni di questi luoghi; allo stesso modo di molti parroci che pur non avendo come missione principale la promozione turistica e culturale riescono a rendere fruibili e visitabili le Chiese e gli oratori, forse il più grande patrimonio artistico diffuso sul territorio e non organizzato in termini turistici.

Partendo dal presupposto che crediamo che tutti i siti di interesse storico e artistico dovrebbero essere gestiti in termini di impresa e prevedere un biglietto al fine di potersi auto finanziare e contribuire a creare nel pubblico un senso di responsabilità verso il Patrimonio culturale, riteniamo anche importantissimi gli sforzi messi in campo da diverse realtà – laiche e religiose – per rendere visitabili gratuitamente la miriade di piccoli siti culturali, gioielli di cui l’Italia è piena, che spesso non godendo di grande notorietà avrebbero difficoltà a mettersi sul mercato e l’alternativa sarebbe tenerli chiusi. E’ molto bello l’impegno che i volontari mettono nel rendere visitabili questi luoghi – ovviamente fino a quando questo loro impegno non si tramuta in ossessione – affidandosi in termini economici alla liberalità dei visitatori che però purtroppo molto spesso è assai limitata o assente e questo a conferma della nostra tesi secondo cui se non si educa il visitatore all’economia dei beni culturali, anche imponendo un biglietto, difficilmente potremo avere autonomi slanci, escludendo ovviamente i grandi benefattori.

Restiamo però molto perplessi rispetto all’attività commerciale, spesso sommersa, che gira intorno a questi monumenti e che vede diverse organizzazioni, slegate dai siti – quasi sempre dichiarate associazioni culturali, soggetti individuali, insomma, caso strano quasi mai imprese commerciali – proporre visite guidate a pagamento a questi luoghi. Proprio pochi giorni fa circolavano online offerte che reclamizzavano visite a due luoghi simbolo di Milano, ad accesso gratuito, quali la Basilica di Sant‘Ambrogio e la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore indicando prezzi e modalità di prenotazione. Solo entrando e leggendo i dettagli si capiva che il prezzo richiesto era per la guida e non per l’accesso al luogo e che l’offerta era proposta da soggetti terzi non legati a queste due chiese. Un altro esempio lo si può avere visitando i siti internet delle Guide di Milano, la stragrande maggioranza, se non tutti, infatti inseriscono tra le prime proposte la visita al Cimitero Monumentale, d’altronde sicuramente gli inquilini non protesteranno per il mancato biglietto.

Abbiamo quindi voluto un po’ indagare contattando alcuni Parroci e lo stesso Touring Club per chiedere che ritorno economico hanno, come ci auguravamo, da queste iniziative commerciali di terzi. La risposta, non inaspettata, è stata delle peggiori. Nulla. In larga parte nessuna di queste organizzazioni, nonostante le cortesi richieste dei volontari e il buon senso comune, lascia al sito visitato alcun compenso e questo nonostante aver incassato fin anco a 12€ a persona (che anche solo per un piccolo gruppo di 30 persone fanno 360€ per un’ora o poco più di lavoro). D’altronde chiedere è lecito, rispondere cortesia.

Ora, non siamo certo noi a condannare i guadagni nel settore culturale anzi ben venga che ci siano realtà che fanno business con la cultura. Il problema che però sorge è la mancanza di una ricaduta economica anche per i monumenti visitati che hanno invece sempre un grandissimo bisogno di introiti non certo per fare utili ma semplicemente per sopravvivere, soprattutto in un periodo in cui i fondi pubblici scarseggiano o sono nulli per le piccole realtà. Ci chiediamo quindi perché ci debbano essere da una parte persone ed Enti che mettono tutto il loro impegno semplicemente in termini volontari per poter rendere fruibile il patrimonio culturale di cui sono custodi e dall’altra parte realtà che beneficiano di ciò senza dare alcun ritorno al sito visitato.

Crediamo che se un sito è gratuito lo debba essere in toto e quindi bisognerebbe vietare l’accesso a chi lo sfrutta per trarne un guadagno senza contribuire al mantenimento del luogo. In alternativa bisogna imporre ai gruppi organizzati un congruo valore, fisso o variabile, che debba essere riconosciuto al sito. Questo aiuterebbe, oltre al mantenimento dei monumenti visitati, anzitutto al diffondersi di una politica culturale, che qui sosteniamo, volta a far comprendere ai cittadini che la cultura ha un costo e ognuno di noi deve farsene carico, dall’altra porteremmo a galla una buona parte di economia sommersa e non dichiarata rappresentata appunto da tutte queste micro realtà che non contribuiscono certo allo sviluppo culturale del Paese ma lo sfruttano esclusivamente per la propria sopravvivenza, infine aiuteremmo anche il consolidarsi – o forse dovremmo dire il nascere – di una volontà imprenditoriale nel settore culturale.

Vogliamo allora fare un appello al Touring Club Italiano che da anni si batte per rendere fruibile il Patrimonio artistico e culturale senza scopo di lucro, siete pronti a impedire l’accesso a gruppi organizzati ai siti “Aperti per Voi” ? Ci auguriamo che il Touring voglia sostenere questo appello per la sensibilizzazione economica e culturale del Paese.