Lombardia Informatica

Lombardia Informatica: la Regione cancella l’agenzia a causa dei troppi sprechi

La Regione cancella Lombardia Informatica, l’agenzia nata con lo scopo di sviluppare il software e tecnologie informatiche “in house”.

Lombardia Informatica ha 466 dipendenti e, nel 2017, ha ricevuto incarichi dalla Regione per 222 milioni di euro, appaltando all’esterno quasi tutti i compiti assegnati. Di sprechi in Lombardia Informatica si parlava però già nel 2014.

I giudici contabili avevano tracciato due possibilità: o l’accorpamento con Arca (la centrale acquisti) o l’assorbimento alla struttura della Regione. E l’assessore al bilancio Davide Caparini (Lega) ha scelto la prima strada, presentando un emendamento all’assestamento di bilancio in discussione al consiglio regionale.

Stando al dossier, i costi di Lombardia Informatica pesano per il 10% del volume d’affari: nel 2017, 21,6 milioni di euro contro incarichi per 222 milioni. Tra i costi criticati, quelli per i trasporti (100 mila euro, con ampio uso di taxi e con aerei pagati a prezzi troppo variabili tra loro), per gli stipendi (soprattutto ai manager, con busta paga media di 117 mila euro) e per le consulenze legali (483 mila euro in un biennio pur con un ufficio legale interno). Impietoso il confronto con Arca, che è costata la metà (10,7 milioni) con incarichi per ben 5,6 miliardi di euro.

Lombardia Informatica aveva replicato che la Spa si fa carico di gestire 600 servizi applicativi tra sanità, agricoltura, territorio, ambiente, mobilità e altro. In particolare, in ambito sanitario, Li gestisce prenotazioni, accoglienza, fascicolo sanitario elettronico, ricette elettroniche e altro. In ambito agricolo gestisce 400 mila pratiche all’anno e si occupa della gestione grafica di 1,3 milioni di ettari di terreno. Gestisce poi 400 mila domande e più di 90 bandi all’anno per dote scuola e dote unica lavoro.

Dopo la presentazione dell’emendamento, il capogruppo del Pd Fabio Pizzul si è detto favorevole all’accorpamento con Arca pur specificando che “avrebbe preferito una decisione condivisa”. Contrario il Movimento 5 Stelle: “La decisione, che non è certamente stata decisa su due piedi, appare come una prevaricazione della maggioranza alle prerogative del consiglio regionale. Una decisione del genere non dovrebbe essere presa a fronte di un piano industriale?”, ha commentato Marco Fumagalli.