affitti a Milano

Incremento degli affitti a Milano: porte aperte ai giovani e ai ceti bassi

Secondo quanto dichiarato dal nuovo PGT (Piano di Governo del Territorio) ci sarà un incremento degli affitti a Milano, soprattutto per i giovani e per i ceti più bassi; questo si tradurrà in più alloggi in affitto, case popolari maggiormente curate e nuovi palazzi dove gli appartamenti verranno dati in locazione a canoni sociali.

Ieri, l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran e l’assessore all’Edilizia pubblica Gabriele Rabaiotti, hanno svelato quelle che saranno le principali contromisure da attivare per far sì che gli immobiliaristi tengano fede agli accordi presi. Nella commissione congiunta, tenutasi a Palazzo Marino, i due assessori hanno convenuto di ampliare le funzioni dell’agenzia sociale per la locazione “Milano Abitare”, la quale già si occupa dei contratti a canone concordato del Comune, in modo che possa agire anche come organo di controllo per i contratti ( a canone moderato) tra privati e cittadini.

Dunque nella “Milano del Futuro” ci sarà un particolare occhio di riguardo nei confronti di chi percepisce un reddito inferiore alla norma. Si parla quindi di 1.300 alloggi in nove diverse aree comunali, 4 mila alloggi nei piani edilizi già approvati e 2.200 alloggi sugli ex scali ferroviari: per un totale di 7.500 nuovi appartamenti in affitto per il ceto medio e per i redditi medio bassi. Inoltre, data la grande quantità di giovani che vogliono vivere a Milano, il Comune ha concesso il 20 per cento di sconto sugli oneri di urbanizzazione a chi realizza immobili da affittare in prossimità della metropolitana, così da favorire una mobilità ecologica anche in vista di una continua crescita degli abitanti.

“L’agenzia dovrà verificare che gli impegni delle convenzioni vengano rispettati — dichiarano Rabaiotti e Maran — Quindi che vadano ad intercettare il target sociale che noi abbiamo individuato, quello dei giovani e degli stipendi bassi. E che poi anche alla scadenza dei contratti, queste condizioni vengano rinnovate per gli inquilini successivi. Noi vogliamo che ci sia più canone concordato e convenzionato, quindi un’articolazione di proposte che superi la semplice scelta fra mercato libero degli affitti e case popolari pubbliche”.

Intanto ieri, a San Siro, si è tenuto un vertice per migliorare la qualità della vita dei residenti, a partire della sicurezza e del degrado dei cortili delle case popolari Aler, che la Regione promette verranno gradualmente recuperati e poi presidiati dai custodi sociali. Dopo i 43 milioni di euro investiti per il contratto di quartiere — che ha portato alla riqualificazione di oltre 1.100 alloggi, di un asilo nido e di vari servizi pubblici come il mercato e il centro anziani — ora si punta sul recupero degli spazi pubblici vuoti, sull’assegnazione tramite bando di questi locali e “sul lavoro dei giovani con accordi simili a quelli fatti al Gratosoglio anche grazie a Confcommercio”, ha spiegato il sindaco Giuseppe Sala che era assieme a Rabaiotti, al presidente della Regione Attilio Fontana e quello di Aler, Angelo Sala. Accordi sono stati firmati per proseguire il percorso, contando anche sull’appoggio del laboratorio di quartiere e delle associazioni di volontariato.