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La giustizia su Covid-19. L’emergenza si evolverà in una battaglia giudiziaria?

Congiuntamente alla diffusione dei contagi da Covid-19, nell’ultima settimana stiamo assistendo all’avvio di diverse inchieste riguardanti l’operato di alcune strutture ospedaliere. Al centro di queste indagini troviamo le modalità attuate dalle strutture sanitarie nella lotta contro il virus, non si tratta di accuse in piena regola, ma di controlli volti a verificare che tali istituzioni abbiano agito nel pieno delle loro possibilità, mettendo in primo piano la salute dei pazienti, in particolare di quelli infetti, senza lasciare nulla al caso. In pochi giorni sono state richieste indagini già in due differenti comuni della Lombardia.

La prima inchiesta è partita da Milano, la Regione infatti ha demandato all’ATS (Agenzia per la Tutela della Salute) della città metropolitana di Milano, il compito di istituire una commissione di verifica per far luce sui fatti avvenuti all’interno della casa di cura Pio Albergo Trivulzio, dove nel giro di pochissimi giorni si sono verificati parecchi decessi sospetti. L’ipotesi è che la suddetta Rsa abbia nascosto alcuni casi di Covid-19, mettendo così a rischio la salute degli ospiti della struttura e degli operatori sanitari. La procura ha inoltre aperto un fascicolo relativo a questa inchiesta, con l’ipotesi di diffusione colposa di epidemie e omicidio colposo. Tuttavia, le denunce arrivate alla magistratura non riguardano solamente il Pio Albergo Trivulzio, ma anche altre case di riposo di Milano e provincia, accusate di aver sottovalutato la gravità del problema, insabbiato la verità sui contagi e favorito le moltissime “morti silenziose” di cui in questi giorni tanto si parla.

Altra struttura sotto inchiesta è invece l’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo, in Val Seriana, zona particolarmente colpita dal Covid-19. La procura di Bergamo, nelle ultime ore, ha infatti avviato un’indagine con lo scopo di fare chiarezza sulle infelici vicende che pare si siano verificate all’interno della struttura ospedaliera bergamasca. I dubbi relativi all’operato dell’ospedale di Alzano Lombardo sono moltissimi e l’ipotesi è sempre la medesima, epidemia colposa. In questo caso le indagini si concentreranno su due fronti in particolare: da una parte la gestione dei primi pazienti che si erano rivelati positivi al Covid-19 ed erano ricoverati da più giorni vicino ad altri degenti, dall’altra la decisione, scattata il 23 febbraio, di chiudere e poi riaprire rapidamente il pronto soccorso.

Un’ulteriore inchiesta poi è stata avviata anche dalla procura di Vercelli, per verificare eventuali responsabilità sul numero elevato di decessi che si è registrato in una casa di riposo della zona. Inoltre, i risultati dei tamponi effettuati ed analizzati hanno dimostrato che circa la metà dei pazienti della casa di cura sono positivi al virus, inclusi diversi operatori sanitari.

La domanda che oggi, alla luce di queste vicende, ci poniamo è se esista la possibilità che l’emergenza Covid-19 finisca con il trasformarsi nella più grande inchiesta giudiziaria sulla sanità lombarda mai affrontata prima.