L’opinione del mese – Intervista a Pierluigi Panza

L'Opinione del mese - Intervista a Pierluigi Panza

Al via un ciclo di interviste mensili, il primo Venerdì del mese, alle grandi firme della Cultura a cui chiediamo suggerimenti per la ricerca della Bellezza tramite l'arte nella nostra città. Iniziamo con Pierluigi Panza, penna di punta del Corsera, scrittore e professore universitario di critica d’arte.

Nell’ultimo mese quali sono stati gli avvenimenti più significativi per la cultura cittadina?

Ne segnalo due: il cambio al vertice della Triennale e la seconda edizione di “Tempo di libri”.

Stefano Boeri, già assessore alla cultura, è stato nominato nuovo presidente della Triennale. Credo che darà un’impronta più legata al dibattito architettonico internazionale. Farà certamente bene, specie se non eccederà nell’intellettualismo. Molto positivo che gli Amici della Triennale, al loro secondo anno, abbiano raccolto più di un milione di euro per attività educational, e tutto ciò prima ancora di essersi costituiti come una vera e propria associazione davanti a un notaio! Solo a Milano può esserci così tanta fiducia nel futuro. Lascerà Andrea Cancellato, direttore da più di un decennio: servirà un grande organizzatore per sostituirlo; sarà Boeri a metterci le idee.

La seconda edizione di “Tempo di Libri” è andata decisamente meglio della prima, nata dalla volontà dell’Associazione italiana librai di realizzare a Milano una manifestazione alternativa allo storico Salone del Libro di Torino, del prossimo mese. Le ragioni sono di politica cultural-economica: i debiti contratti a Torino, la volontà di voler vendere i libri durante la rassegna, il fatto che a Milano hanno sede gli editori… e a ciò, forse, si aggiungono più basse questioni di potere. L’anno scorso, piazzando “Tempo di Libri” alla Fiera di Rho-Pero, è stata una catastrofe. Solo il 50% degli italiani legge un libro all’anno: chi volete che vada a Rho-Pero a vedere degli stand? Quest’anno, ”Tempo di libri” si è tenuto a Fiera Milano city, ovvero al Portello, e le cose sono cambiate: più gente ci è andata per curiosare, ascoltare, vedere qualcosa… Ma il dualismo non è risolto. Mentre nella musica il Festival MITO ha unito Milano e Torino, i due saloon del libro hanno diviso i due capoluoghi. Meglio trovare forme di concordanza da qui in poi.

Aggiungo solo un ricordo per Gillo Dorfles, decano di Estetica scomparso a 107 anni,  sul quale i giornali hanno scritto molto (a sproposito).

Quali gli eventi del mese di aprile da non perdere?

Segnalo quelli di arte contemporanea, in particolare il Miart, che si svolgerà dal 31 marzo al 2 aprile. E’ un osservatorio dedicato alle continue novità del mercato artistico. Mi aspetto un discorso concentrato anche sugli atelier d’artista e sul fare arte. Poi arriverà il Salone del Mobile con tutta la sua coriandolata di fuori salone in zona Tortona e Brera. Qui il meccanismo della costruzione del consenso, tipico del mondo della moda, ha preso ormai decisamente il sopravvento sulla presentazione del prodotto d’uso su scala industriale. Godiamolo per quello che è, una festicciola, consapevoli, tuttavia, che questo slittamento nello stilismo, nel brand non favorisce la comprensione storica del disegno industriale. La colpa è, soprattutto, del mondo dell’informazione.

Sempre restando sul contemporaneo segnalo anche l’asta del 18 e 19 aprile da Sotheby’s a Palazzo Serbelloni (Corso Venezia 16) dove si battono quattro opere provenienti da una casa privata di Milano: tre sono di Osvaldo Borsari e una di Lucio Fontana.

Addendum: sempre il 18 aprile, agli Amici della Scala, Riccardo Chailly festeggia i suoi quarant’anni di rapporto con il teatro del Piermarini.

In questo momento, a Milano, quale luogo o opera sono una espressione di Bellezza?

A chi non l’ha ancora vista consiglierei una visita alla Fondazione Carriero, che ha sede a Casa Parravicini (via Cino del Duca 4), uno dei pochi edifici quattrocenteschi rimasti a Milano. Per anni è stata sede di una banca. Gli interni sono in parte quattrocenteschi, come per esempio i soffitti a cassettoni e in parte rinnovati da Gae Aulenti, amica personale di Giorgio Carriero. All’interno è in corso, fino al 24 giugno, una mostra di Sol LeWitt “Between the Lines”, a cura di Francesco Stocchi e Rem Koolhaas organizzata in stretta collaborazione con l’Estate of Sol LeWitt.  Nel decennale della scomparsa di Sol LeWitt (Hartford, 1928 – New York, 2007), “Between the Lines” offre un punto di vista nuovo sulla pratica dell’artista statunitense esplorandone i confini. Esposti 7 Wall Drawings e 15 sculture che dialogano, appunto, con gli spazi della Fondazione. Intendiamoci: è una proposta postmoderna e sofisticata, decisamente da gustarsi da soli o in coppia, in tranquillità. Una chicca, non una maxi-mostra. Però è un altro luogo che un privata ha aperto in favore di tutti. Anche questo… solo a Milano.